I corsi universitari relativi alle Costruzioni Metalliche, ed i molti e ben fatti libri che si trovano sull’argomento, forniscono importanti nozioni sull’analisi dei carichi, sul comportamento delle aste (colonne, travi, controventi) che compongono le strutture in acciaio e sulle loro verifiche (trazione, compressione, presso e tenso flessione, taglio, torsione, lunghezze di libera inflessione, stabilità dei telai, etc.). Si occupano anche di connessioni (bullonate e saldate) e ne forniscono i metodi di verifica (connessioni bullonate a taglio e ad attrito, verifica dei cordoni di saldatura, etc.).
Tutto ciò è fondamentale e deve essere padroneggiato, ma non è sufficiente per affrontare la progettazione delle strutture in acciaio. Ciò che manca (o è solo marginalmente affrontato nei corsi universitari) è la capacità di scelta della tipologia strutturale più adatta per progettare la struttura che ci è richiesta, e poi, scelta la tipologia, la capacità di analizzare come le azioni esterne applicate (permanenti, variabili, sisma, vento, etc.) “viaggiano” all’interno dei vari elementi strutturali fino a raggiungere le fondazioni. Noto ciò, si può capire come ogni elemento strutturale “funziona”, cioè a che tipo di sollecitazione è prevalentemente sottoposto (trazione, compressione, flessione, etc.) e quindi scegliere, tra le tante possibili, le verifiche necessarie per un corretto dimensionamento. Questa analisi della struttura consente di dimensionare gli elementi strutturali attraverso calcoli semplici, spesso solamente manuali, relegando ad una fase finale la verifica globale con modelli di calcolo sofisticati e dettagliati, adottando così una strategia di modellazione che va dal semplice al complesso. E infine, per ogni connessione e dettaglio strutturale, bisogna essere in grado di scegliere la tipologia più adatta, che tiene conto di necessità strutturali ma anche costruttive, da verificare poi con le regole apprese nei corsi universitari.
Quanto sopra esposto lo si impara in genere lavorando, meglio se sotto la guida e con i consigli di qualcuno con più anni di lavoro. È quello che accade in tutte le organizzazioni progettuali solide, dove i più esperti “fanno scuola” ai nuovi.